I volontari del Centro Studi Futura hanno realizzato un percorso storico
ORDINE DI SERVIZIO N.5 –CARLO ACUTIS LAMEZIA TERME
Noi volontarie presso l’Associazione Futura progetto Carlo Acutis sede Lamezia Terme abbiamo svolto una ricerca sul borgo di Zangarona, antico borgo di origine albanese.
Zangarona è un borgo di orgine albanese. Il suo nome deriva dall’idioma albanese. ‘Zan Charone’ o ‘Xingarona’, letteralmente si traduce con “Gran corona”. Un’altra scuola di pensiero, invece, sostiene che il termine deriva da “zingaro“. A sottolineare lo scetticismo col quale gli autoctoni accolsero gli albanesi, popolazione nomade che si stanziò sulle colline nicastresi intorno alla metà del 1400.
Un fitto intreccio di rivolte, battaglie e conquiste ha forgiato il borgo di Zangarona.
Gli albanesi, in fuga dalle politiche espansionistiche degli Ottomani nei Balcani, approdarono sulle coste calabresi. Qui si guadagnarono immediatamente la fiducia di Re Alfonso d’Aragona, fiancheggiandolo nella repressione delle condotte rivoluzionarie dei baroni calabro-siciliani. Furono proprio gli albanesi a fondare il paese, facendone di esso una delle comunità arberëshe più antiche di tutta la regione Calabria, in particolare della provincia di Catanzaro, insieme a Vena di Maida, Caraffa e Andali. La nascita di Zangarona si può far risalire alla seconda metà del quindicesimo secolo, circa nel 1440.
Gli albanesi giunsero nel Sud Italia a seguito della morte dell’eroe nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg e la progressiva conquista di tutta l’Albania da parte dei turchi-ottomani. Così, dopo essersi stanziati nella regione, iniziarono a fondare le prime colonie albanesi.
In poco più di dieci anni dalla fondazione del paese, sorse la chiesa di San Nicola di Bari, con il rito greco-ortodosso. La chiesa di San Nicola fu adornata da bellissime e preziose icone
e nei suoi sotterranei si creò un vasto cimitero sotterraneo dove venivano seppellite tutte le genti del villaggio.
Con l’aiuto della popolazione si costruì anche un convento annesso alla chiesa e una foresteria dove si ospitavano i mendicanti e i viandanti di passaggio. Più in basso della chiesa sorse la piazza, uno spiazzo circondato da piccole costruzioni dove ogni quindici giorni circa si svolgeva una fiera che richiamava gente dei vicini villaggi.
Il principe albanese e re D’Epiro, Giorgio Castriota Scanderbeg, adottò una strategia politica degna delle più scaltre menti diplomatiche contemporanee. Inviò prontamente tre battaglioni presieduti da Demetrio Reres. Spalleggiato dai suoi due figli, Giorgio e Basilio, il comandante Reres riuscì a mitigare le sommosse dei feudatari, tra i quali spiccava il nome di Luigi Caracciolo, conte di Nicastro e signore di Maida. Vittoria che decretò il dominio degli albanese su Zangarona.
In poco meno di un decennio nacque una nuova comunità, fatta di usi e costumi provenienti da una cultura oltramontana, gitana e affascinante. E ogni popolo, come tradizione impone, per essere definito tale, necessita di un luogo di culto nel quale riunirsi, pregare e sentirsi parte di qualcosa di conglomerante. Per ulteriori curiosità in merito seguiteci sulle nostre pagine social.
Le volontarie: Progetto Carlo Acutis- Lamezia Terme
Miriam Torcasio
Iris Ruberto
Silvia Molinaro
Arianna Ranieri
Simona Bova
Elenia Franconiere
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