Due figli illustri del nostro Paese e un autista indigeno hanno perso la vita in un vile attentato. Luca Attanasio è l’ambasciatore italiano morto lunedì 22 febbraio, dopo essere rimasto coinvolto in un attentato a Goma, nella Repubblica democratica del Congo. Insieme a lui hanno perso la vita un carabiniere della scorta e l’autista del mezzo sul quale Attanasio si trovava. La vettura faceva padre di un convoglio della Monusco (la missione dell’Onu per la stabilizzazione nel Paese africano), che comprendeva anche il Capo Delegazione Ue. L’attacco, avvenuto precisamente nella zona dei monti Virunga, fra Congo, Ruanda e Uganda, sarebbe stato un “tentativo di rapimento”, come rivelano i ranger del Parco nazionale dei Virunga, citati da vari media tra cui il Jerusalem Post.
Luca Attanasio, diplomatico di 44 anni, era uno degli ambasciatori più giovani del mondo. Dopo la laurea con lode all’Università Commerciale Luigi Bocconi, dal settembre 2017, dopo diverse esperienze nelle ambasciate in Svizzera, in Marocco e in Nigeria, era stato messo a capo della missione a Kinshasa, nel Congo, dove stava portando a termine numerosi progetti umanitari al fianco dei circa mille cittadini italiani attualmente residenti nel Paese del Centro Africa. Nel 2019 era apparso in un reportage andato in onda su La7 nel corso della trasmissione Propaganda Live. Nel 2020 aveva ricevuto il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace “per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli” e “per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari distinguendosi per l’altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficoltà”. Sposato, era padre di tre bimbe. La moglie, invece, è Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell’associazione umanitaria “Mama Sofia” che ogni anno salva la vita a centinaia di bambini nelle aree più povere del Paese.
Si chiamava Vittorio Iacovacci il carabiniere ucciso nell’attentato. Faceva parte della sua scorta. Aveva solo 30 anni, era originario di Sonnino, piccolo comune in provincia di Latina e stava per concludere il suo periodo nel paese africano. “Sono vicino a lui e al dolore della famiglia – ha detto il sindaco Luciano De Angelis -. Sono cose che non dovrebbero accadere. L’Arma dei Carabinieri paga un prezzo alto. Sono molto triste, per il giorno dei funerali proclameremo il lutto cittadino, quando rientrerà la salma. Mi auguro che quanto accaduto possa servire al mondo per capire che dobbiamo cercare di aiutare i paesi più poveri cercando di farli uscire dalla guerra. Faremo qualcosa per ricordare il ragazzo. A Sonnino ci conosciamo tutti..”.
Iacovacci faceva parte del 13mo Reggimento Friuli Venezia Giulia, con sede a Gorizia. Non era sposato e non aveva figli. Si era arruolato nel 2016 e dopo aver frequentato la Scuola allievi carabinieri di Iglesias, aveva avuto come prima destinazione proprio il Reggimento. “Oggi è una giornata buia e molto triste per il nostro Paese. Abbiamo appreso con grande sgomento e immenso dolore della morte del nostro Ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, e di un militare dell’Arma dei Carabinieri, Vittorio Iacovacci. Due servitori dello Stato che ci sono stati strappati con violenza nell’adempimento del loro dovere. Non sono ancora note le circostanze di questo brutale attacco e nessuno sforzo verrà risparmiato per fare luce su quanto accaduto”, ha commentato su Facebook il Ministro degli Esteri.
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