Lamezia Terme 4 (CZ): Percorso Storico – Centro Studi Futura, progetto Carlo Acutis

I volontari del Centro Studi Futura hanno realizzato un percorso storico

Percorso storico a San Demetrio Corone: Abbazia di Sant’Adriano

 

Siamo i Volontari del Centro Studi Futura, progetto Carlo Acutis di Lamezia Terme. Stiamo realizzando un percorso storico con visite guidate per avvicinare sempre più un numero consistente di persone.

Il percorso storico che abbiamo scelto riguarda il comune italiano Demetrio Corone (Shën Mitri in arbëreshë) di 3.256 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria. Si trova sulle colline che dalla pianura di Sibari salgono verso la Sila Greca.

In questo centro gli albanesi giunsero dopo il 1468 per sfuggire all’invasione della loro patria da parte dei Turchi. La cittadina è tra i centri culturali più importanti delle comunità albanesi d’Italia e conserva la lingua albanese, il rito bizantino, i costumi, la cultura e l’identità etnica propria d’origine. È sede del “Collegio Italo-Albanese di Sant’Adriano”, importante organismo religioso e culturale per la conservazione del rito orientale e delle tradizioni patrie. Inoltre, nella frazione Macchia Albanese, è nato Girolamo De Rada, sommo vate arbëreshë, padre della letteratura albanese moderna.

 

Attraversato da mille vicoli tortuosi che si diramano per condurre a sorprendenti sheshiet (slarghi), il paese ospita antiche

chiese e splendidi edifici gentilizi. Fra i monumenti principali l’antica Abbazia di Sant’Adriano resta tra gli esempi architettonici più interessanti della Calabria a cavallo tra due influssi culturali differenti. Elemento principale dell’edificio è l’assenza di unità strutturale e architettonica, dovuta in gran parte alle pesanti manomissioni e contaminazioni posteriori subite nel corso dei secoli.

L’interno dell’Abbazia di Sant’Adriano si presenta a tre navate a copertura lignea, lunghezza totale di 25 metri per 13 di larghezza. Lungo i lati della navata centrale corrono quattro arcate ad ogiva sorrette, le prime due a ponente da quattro colonne antiche, le due successive da pilastri di fabbrica. A San Demetrio ancora oggi è viva la tradizione di recarsi in processione al cimitero e, dopo la benedizione (Trisaghion), consumare cibi e bevande sulle tombe. Un gruppo di uomini, di solito, si dispone in cerchio intorno alla tomba e, dopo aver versato un bicchiere di vino su di essa, dicendo: “për shpirtin e tij”, beve e mangia, in memoria del defunto.

La tradizione inoltre vuole che il giorno della vigilia della festa del santo patrono, dal portone principale della chiesa esca il “cavallo di S. Demetrio” (kali i Shèn Mitrit), sorretto alle spalle da due persone.

Inoltre, da anni la musica, il canto e le nuove sonorità degli albanesi d’Italia sono raggruppate ne “Il Festival della Canzone Arbëreshë“. Possono partecipare al festival gli

autori di canzoni inedite in lingua albanese e il cantante solista deve aver compiuto il 15° anno di età. I finalisti sono scelti da una giuria popolare nominata dal comitato organizzatore. Questo festival si svolge da 34 anni ed è una festa che avvicina tutti gli amanti della cultura arbëreshë.

A noi volontari ha colpito molto la storia di questa cittadella e come ancora dopo anni i cittadini siano legati alle proprio origini tanto da celebrare festival e sagre. Grazie al nostro percorso speriamo di aver suscitato interesse nel scoprire una città con una cultura arbëreshë così forte e per ulteriori informazioni restiamo a vostra disposizione sulle nostre pagine social.

I volontari: Mirabelli Aurora, Teresa D’Agostino, Mauro Cortellaro, Maria Villella e Giuseppe Costanzo

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